Sostenibilità

PARAMETRI CLIMATICI 2.0: MISURARE CIÒ CHE CONTA PER UN PROGRESSO CLIMATICO NELL’ECONOMIA REALE

18 dicembre 2023 | 8 tempo di lettura
Autore/i
Avatar
John Goldstein
Global Head of Sustainability and Impact Solutions, Client Solutions Group
Avatar
Chex Yu
Sustainability Client Data & Analytics, Goldman Sachs Asset Management
Punti principali
1
La decarbonizzazione del portafoglio può creare problemi a livello di costruzione di portafoglio e non sempre equivale a una decarbonizzazione del mondo reale; anzi, può essere addirittura in contrasto con essa. L’approccio ai parametri climatici 1.0, che prevede la definizione di obiettivi di portafoglio basati sui dati storici delle emissioni, è stato un punto di partenza necessario. Tuttavia, è giunto il momento che il settore rifletta attivamente e perfezioni questo approccio.
2
Riteniamo di trovarci in un momento unico per cristallizzare gli insegnamenti degli approcci iniziali ai parametri climatici e passare a un approccio 2.0, che si allinei e favorisca la transizione di chi produce una grande quantità di emissioni, migliori l’efficienza delle risorse in tutta l’economia e faccia da catalizzatore per decarbonizzare altri soggetti, per ottenere progressi climatici sia per il portafoglio che per il mondo reale.
3
Le aree geografiche, i settori e le società con le emissioni di carbonio più elevate presentano anche le maggiori opportunità di riduzione delle emissioni, per cui gli investitori che desiderano generare il massimo impatto dovrebbero accettare l’idea di un’intensità o di un’impronta di carbonio inizialmente più elevata.

Negli ultimi anni molti investitori hanno adottato vari approcci per raggiungere l’obiettivo Net Zero nei loro portafogli, con l’idea generale di poter contribuire al progresso climatico globale e/o di generare un rendimento grazie al percorso di decarbonizzazione dei loro portafogli. Ciò ha spinto gli investitori e i gestori patrimoniali ad attivarsi rapidamente per fissare obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio nei portafogli, che attualmente rappresentano 72.000 miliardi di dollari in AUM1: un risultato impressionante e un passo fondamentale verso il Net Zero. A qualche anno dall’inizio di questo percorso, riteniamo che sia giunto il momento di riflettere su quanto abbiamo imparato da questo approccio e di valutare quale ulteriore evoluzione sia necessaria. Grazie alla gestione dell’obiettivo Net Zero dei nostri portafogli di finanziamento e all’analisi dell'impronta di carbonio dei portafogli dei clienti, abbiamo un punto di vista privilegiato che ci consente di valutare i diversi approcci di misurazione, i risultati ottenuti e alcune lezioni apprese. In questo articolo cerchiamo di riassumere alcune di queste osservazioni e di evidenziare gli insegnamenti tratti dal nostro lavoro iniziale e dalla collaborazione con i nostri clienti, per offrire riflessioni sui possibili esempi di un approccio ai parametri climatici 2.0. 

Parametri climatici 1.0: conseguenze impreviste degli obiettivi di riduzione del carbonio

Molti investitori e gestori patrimoniali inizialmente fissano degli obiettivi complessivi Net Zero con l’intento di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio delle loro posizioni complessive. Sottolineiamo tre nozioni che abbiamo appreso e che possono dimostrare le conseguenze indesiderate di un approccio di riduzione delle emissioni di carbonio a livello di portafoglio complessivo.

Lezione 1: è troppo facile ottenere una “Decarbonizzazione sulla carta”

L’approccio alla riduzione delle emissioni di carbonio a livello di portafoglio è stato un primo passo logico per conseguire gli obiettivi Net Zero, ma spesso è facile raggiungerlo attraverso il disinvestimento o le scelte settoriali, in particolare nei mercati quotati.

Portafoglio illustrativo che sta già raggiungendo l’obiettivo di riduzione dell’impronta di carbonio a 10 anni con un sovrappeso ai titoli finanziariPortafoglio illustrativo che sta già raggiungendo l’obiettivo di riduzione dell’impronta di carbonio a 10 anni con un sovrappeso ai titoli finanziari

Goldman Sachs Asset Management. A settembre 2023. Basato su un portafoglio illustrativo. Include le emissioni di Scope 1 e 2. Solo a fini illustrativi.

Secondo la nostra esperienza, le emissioni di carbonio sono spesso concentrate in pochi settori, o addirittura in pochi nomi con emissioni elevate all’interno dei vari settori. Di conseguenza, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio del portafoglio possono essere raggiunti con relativa facilità aumentando l’esposizione ai settori a bassa emissione di carbonio o riducendo l’esposizione a quelli ad alte emissioni di carbonio. Tuttavia, in questo modo non si evita né si elimina il carbonio dall’atmosfera. Misurando semplicemente l'impronta di carbonio basandosi sui dati storici e stabilendo obiettivi di emissioni a livello di portafoglio, gli investitori potrebbero perdere l’opportunità di accedere all’innovazione e alla trasformazione, più difficili ma necessarie, che porteranno effettivamente alla riduzione della quantità di carbonio nei prossimi anni.

Lezione 2: sostenere la decarbonizzazione nel mondo reale

La “decarbonizzazione sulla carta” con un approccio di riduzione delle emissioni di carbonio puramente basato sui dati storici non solo è facile da ottenere, ma può essere controproducente rispetto alle azioni necessarie per produrre un impatto reale. Infatti, le aree geografiche, i settori e le società con le emissioni più elevate presentano anche le maggiori opportunità di riduzione delle emissioni di carbonio. Le aree in cui le emissioni sono difficili da abbattere sono responsabili della maggior parte delle emissioni globali e la loro effettiva decarbonizzazione rappresenterebbe un passo significativo verso il raggiungimento di un impatto reale di riduzione delle emissioni. Tuttavia, ciò richiede agli investitori di sopportare all’inizio livelli di carbonio più elevati. Per decarbonizzare l’economia reale, riteniamo che sia necessario investire nella transizione e nelle soluzioni climatiche, che spesso tendono ad avere un’intensità di emissioni più elevata, come mostrato nel grafico sottostante. Impostando obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio a livello di portafoglio che penalizzano gli investimenti in questi settori, gli investitori rischiano di non sostenere i settori che hanno più bisogno di essere decarbonizzati.

Le aziende orientate alla transizione nei settori a elevato consumo di carbonio e le aziende orientate alle soluzioni tendono ad avere una maggiore intensità di emissioni.Le aziende orientate alla transizione nei settori a elevato consumo di carbonio e le aziende orientate alle soluzioni tendono ad avere una maggiore intensità di emissioni.

Goldman Sachs Asset Management, basato sull’universo dell’MSCI ACWI Investable Market Index. A settembre 2023. Solo a fini illustrativi. Le industrie ad alto impatto sono quelle che soddisfano uno qualsiasi dei tre criteri: intensità Scope 1, 2, 3/valore aziendale comprensivo della liquidità (enterprise value including cash, EVIC) nel primo 25%, ricavi legati ai combustibili fossili >5% e società in cui le emissioni di gas serra (GHG) sono rilevanti. Le “soluzioni climatiche” sono società la cui esposizione ai ricavi green è superiore al 50%. Le società allineate all’obiettivo Net Zero sono quelle considerate allineate in base al quadro proprietario di Goldman Sachs Asset Management di allineamento all’obiettivo Net Zero, che si basa su ambizione, target, divulgazione, strategia di decarbonizzazione e strategia di allocazione del capitale.

Lezione 3: i “pericoli dell’aggregazione”: il rumore nasconde il segnale

Quando i dati sono aggregati per uno o più portafogli, il rumore spesso nasconde i veri cambiamenti nel risultato desiderato di migliorare la performance delle società in termini di emissioni di carbonio. Quando le fonti di emissione del portafoglio vengono disaggregate, scopriamo che la maggior parte del cambiamento tra i periodi deriva da un rumore non legato al clima, come le variazioni del valore di mercato e le decisioni di selezione del portafoglio (ad esempio, disinvestimenti, aggiunta di nuove posizioni, variazione dei pesi). Il rumore può nascondere il segnale che interessa agli investitori, ossia l’effettiva variazione dell’efficienza delle società in termini di emissioni di carbonio.

Nelle analisi delle emissioni dei portafogli aggregati, il rumore non legato al clima spesso prevale nettamente sul segnale legato al climaNelle analisi delle emissioni dei portafogli aggregati, il rumore non legato al clima spesso prevale nettamente sul segnale legato al clima

Goldman Sachs Asset Management basato sull’S&P 500 Index. A ottobre 2023. Solo a fini illustrativi. Le barre nere rappresentano l’intensità del portafoglio nel 2021 e nel 2022. Le barre intermedie spiegano le fonti di cambiamento dal 2021 al 2022. Include le emissioni di Scope 1 e 2.

Parametri climatici 2.0: un approccio che si allinea al vero progresso climatico

Viste le sfide legate ai parametri climatici 1.0, quali sono gli altri approcci che gli investitori possono prendere in considerazione? Abbiamo assistito a diversi tentativi da parte della comunità degli investitori di passare a un approccio di parametri climatici 2.0 che possa ridurre le conseguenze indesiderate dell’ancoraggio a un approccio di riduzione delle emissioni puramente legato al portafoglio e che non penalizzi gli investimenti nell’economia reale. Di seguito proponiamo alcune riflessioni su un possibile approccio ai parametri climatici 2.0.

Separare il rumore dal segnale e monitorare i progressi bottom-up

Quando valutiamo i progressi in termini di emissioni di carbonio a livello di portafoglio, abbiamo constatato che è più efficace e utile per prendere decisioni riferire se gli investimenti sottostanti stanno effettivamente diventando più efficienti dal punto di vista delle emissioni di carbonio, piuttosto che farlo in base ai parametri aggregati del portafoglio, come illustrato nel grafico precedente. Riteniamo che questo approccio di attribuzione più disaggregato possa aiutare gli investitori a riconoscere e monitorare più facilmente i cambiamenti desiderati nel portafoglio. Questo approccio, che si allontana dal considerare le riduzioni percentuali a livello generale, richiede un lavoro bottom-up più granulare per monitorare i progressi, valutandoli società per società.

Adottare approcci di misurazione che supportino la decarbonizzazione nel mondo reale senza penalizzarla.

È necessario utilizzare parametri più olistici per valutare la strategia e le azioni delle società, per capire la direzione seguita dalle aziende nel loro percorso di decarbonizzazione, oltre che da dove sono partite. Attraverso una valutazione olistica delle intenzioni, della credibilità del piano e degli indicatori d’investimento reale, riteniamo che gli investitori possano valutare meglio i potenziali vincitori della transizione. Abbiamo sviluppato un nostro strumento proprietario per fornire una valutazione prospettica dell’allineamento alla transizione Net Zero dei portafogli, che include: ambizioni climatiche a lungo termine, obiettivi a medio e breve termine, ricavi da prodotti e servizi a alte emissioni di carbonio, strategia di allocazione del capitale allineata al piano di decarbonizzazione e investimenti effettivi in aree a alte emissioni di carbonio, con parametri sia puntuali che focalizzati sulla dinamica. Questi parametri, che combinano trasparenza e performance, ci aiutano a valutare la preparazione alla transizione dei settori ad alto impatto e a fornire agli investitori elementi concreti di azione per l’engagement.

Le società che dimostrano azioni concrete nella transizione climatica ricevono premi di valutazione, mentre accade il contrario per quelle che si limitano a divulgare maggiori informazioni. Ciò dimostra che le azioni e i risultati concreti e orientati alla performance vengono premiati molto più della sola divulgazione.2

Osserviamo i segnali della valutazione delle aziende in base alla performance…Osserviamo i segnali della valutazione delle aziende in base alla performance…

FactSet, Goldman Sachs Global Investment Research. Premi EV/EBITDA relativi al settore GICS2 media a 12 mesi forward, esclusi titoli finanziari, delle società nel rispettivo quintile (il primo trimestre è il migliore) sulla Classificazione della performance (come mostrato sopra), MSCI ACWI, da gennaio 2019 a settembre 2023. La nostra Classificazione della performance si basa sui settori e riguarda i concorrenti di settore di GS Sustain Environmental & Social nell’MSCI ACWI.

… ma non solo per la trasparenza… ma non solo per la trasparenza

FactSet, Goldman Sachs Global Investment Research. Premi EV/EBITDA relativi al settore GICS2 media a 12 mesi forward, esclusi titoli finanziari, delle società nel rispettivo quintile (il primo trimestre è il migliore) sulla Classificazione della trasparenza, MSCI ACWI, da gennaio 2019 a settembre 2023. La nostra Classificazione della trasparenza è indipendente dal settore e classificata rispetto a tutte le società globali dell’MSCI ACWI.

Oltre a utilizzare parametri più olistici che combinano dati storici e dati previsionali, istantanei e focalizzati sulla dinamica, abbiamo visto gli investitori modificare il modo in cui calcolano le emissioni per non penalizzare gli investimenti nella transizione e nelle soluzioni di decarbonizzazione. Ad esempio, alcuni investitori separano i loro portafogli incentrati sulla transizione e quelli focalizzati sulle singole soluzioni per monitorarli separatamente. Alcuni applicano uno sconto sulle emissioni di carbonio per le società che soddisfano i requisiti degli investitori per essere considerate soluzioni climatiche o asset pronti per la transizione. Vediamo che alcuni investitori adottano questi approcci come meccanismo pratico provvisorio per soddisfare la duplice esigenza di monitorare le emissioni a livello di portafoglio, senza però penalizzare gli investimenti nella decarbonizzazione. In definitiva, è necessario sviluppare nuovi approcci di misurazione per aiutare gli investitori a valutare i vantaggi climatici degli asset incentrati sulla transizione e sulle soluzioni.

Di fronte a un bivio: un triplice approccio verso l’obiettivo Net Zero

Per raggiungere il progresso climatico nel mondo reale, riteniamo che sia necessario investire in tre aree:

Transizione

La strada verso l’obiettivo Net Zero sarà lunga e, sebbene le scoperte tecnologiche possano fornire alcune scorciatoie, determinate aree storicamente ad alte emissioni continueranno ad essere ancora necessarie per un certo periodo di tempo prima che le nuove tecnologie diventino economicamente vantaggiose, come abbiamo visto sia nella generazione di energia solare che nelle batterie al litio. Inoltre, a prescindere dal percorso, tutto questo richiederà maggiori investimenti di capitale. Gli investitori potrebbero scoprire che le maggiori opportunità di migliorare le performance in termini di emissioni di carbonio e di generare valore finanziario derivano dall’investire proprio dove c’è il carbonio, accelerando la transizione delle società ad alte emissioni che si trovano in una posizione migliore per essere i vincitori di questa fase.

Efficienza

Le ricerche dimostrano che le aziende più efficienti hanno il potenziale per sovraperformare quelle meno efficienti.3 Riteniamo che ciò accadrà sempre più frequentemente, poiché i consumatori, gli acquirenti e gli investitori rivolgeranno via via maggiore attenzione all’impronta di carbonio delle società. Anche il fatto che i governi stiano aumentando i requisiti di divulgazione e che i politici stiano incentivando le soluzioni a basse emissioni di carbonio (ad esempio, negli Stati Uniti, con gli incentivi fiscali dell'Inflation Reduction Act) potrebbe favorire ulteriormente gli utili e i margini delle società più efficienti.

Soluzione

Nel lungo periodo, riteniamo che saranno necessarie nuove soluzioni che forniscano energia più pulita e contribuiscano agli obiettivi di decarbonizzazione negli altri settori. Le soluzioni per il clima che decarbonizzano altri settori dell’economia potranno incrementare i ricavi, i profitti e la capitalizzazione di mercato. I mercati privati possono beneficiare di un’ottima posizione per finanziare questi trend strutturali a lungo termine, data la natura chiusa del modello di finanziamento e l’isolamento dal ciclo di relazioni trimestrali dei mercati quotati. Le società dei mercati quotati sono un’altra buona fonte di fornitori di soluzioni climatiche, sia come operatori specializzati di piccole/medie dimensioni, sia come società più grandi che espandono le opportunità di guadagno attraverso nuove linee di business.


Per gli investitori che vogliono contribuire a favorire il progresso sia per i loro portafogli che per il mondo reale, i parametri e le metodologie utilizzati per misurare la performance dei portafogli devono allinearsi con la transizione delle società ad alte emissioni, con il miglioramento dell’efficienza a livello economico e con le soluzioni in grado di catalizzare gli obiettivi di decarbonizzazione di altri soggetti per raggiungere il progresso climatico.

1 Goldman Sachs Global Investment Research, “GS Sustain: The Net Zero Guide”. Al 27 luglio 2022.

2 Goldman Sachs Global Investment Research, “GS Sustain: Net Zero Guide; Climate Transition Tool 2.0: Bridging gaps, enhancing sectoral scope, highlighting performance links”. Al 20 settembre 2023

3 Goldman Sachs Global Investment Research, “GS Sustain: Green Capex; Accelerating the Energy Transition”. Al 13 ottobre 2022.

Autore/i
Avatar
John Goldstein
Global Head of Sustainability and Impact Solutions, Client Solutions Group
Avatar
Chex Yu
Sustainability Client Data & Analytics, Goldman Sachs Asset Management
Inizia la conversazione
Contatta Goldman Sachs Asset Management per approfondire le tue esigenze.
card-poster