Analisi e previsioni sui fondi pensione aziendali negli Stati Uniti nel 2024
Riassunto dei risultati principali
Recentemente, i livelli dell’universo dei fondi pensione aziendali statunitensi a prestazione definita (defined benefit, DB) sono notevolmente aumentati, grazie all’impennata dei tassi d’interesse e al recupero dei valori azionari. Molti piani si sono spostati lungo il termine del proprio percorso e ora sono vicini o si trovano esattamente nel loro “stadio finale”, sollevando diverse domande da parte degli sponsor dei piani in merito alla strategia che potrebbero adottare alla luce di questa posizione di forza, come ad esempio:
- Dovrebbero congelare il loro piano?
- Come dovrebbe essere un portafoglio nello “stadio finale”?
- Dovrebbero prendere in considerazione delle modalità di trasferimento del rischio?
- Come potrebbero monetizzare il surplus all’interno del piano?
Sono tutte domande valide e importanti. Riteniamo che l’approccio che gli sponsor dovrebbero adottare per valutare una strategia di asset allocation appropriata non sia diverso in questo momento da quello degli altri livelli finanziati: un piano adatto a tutte le stagioni, per così dire, anche se il risultato probabilmente cambierebbe notevolmente a seconda delle risposte date alle domande precedentemente elencate.
Come ogni anno, cogliamo questa opportunità per rivedere l’anno appena trascorso ed evidenziare i temi che riteniamo saranno rilevanti per il prossimo. In questo rapporto:
- forniamo un contesto sullo stato del sistema pensionistico aziendale statunitense mentre termina il 2023 e procediamo verso il 2024,
- esaminiamo le strategie impiegate dagli sponsor i cui piani si trovano in una situazione di eccesso di finanziamento e chiusura/congelamento,
- delineiamo un quadro di riferimento per considerare un’asset allocation e una strategia d’investimento appropriate per i piani prossimi allo stadio finale, o in qualsiasi altra fase, e
- rivediamo il potenziale utilizzo delle opzioni di surplus, compresi i fattori economici alla base della riapertura di un piano.
I. Importante punto di svolta per il sistema dei fondi pensione aziendali a DB statunitensi
Il rialzo dei tassi d’interesse degli ultimi anni, insieme alla risalita dei valori azionari nel 2023, ha rafforzato i rapporti di finanziamento dei piani DB aziendali, portandoli al livello più alto da prima della crisi finanziaria globale. La nostra analisi indica che lo stato GAAP aggregato finanziato del sistema dei piani pensionistici DB aziendali degli Stati Uniti era pari al 106% alla fine del 2023, un livello vicino a quello del 2007, e circa due terzi di tutti i piani sono ora completamente o eccessivamente finanziati (si veda Figura 1).
Fonte: Goldman Sachs Asset Management e report aziendali. In base ai piani a prestazione definita negli Stati Uniti (quando specificato) delle società dell’S&P 500. Solo a fini illustrativi. Il dato 2023 (S) è preliminare e non sottoposto a revisione al 31 dicembre 2023. I risultati effettivi possono variare significativamente rispetto alle informazioni presentate sopra. Le illustrazioni riflettono un possibile risultato e una serie di ipotesi ivi specificate. Goldman Sachs non fornisce servizi attuariali in relazione alla fornitura delle informazioni contenute.
Per molti versi, nonostante uno stato di finanziamento aggregato simile, il sistema è ancora più solido di quanto non fosse nel 2007. Da allora, molti piani hanno modificato l’asset allocation e la strategia d’investimento per concentrarsi maggiormente sull’equilibrio tra attività e passività. Ciò ha comportato una riduzione delle allocazioni alle azioni e un aumento delle allocazioni alle obbligazioni di alta qualità (si veda la Figura 2). Di conseguenza, la volatilità dello stato finanziato di molti piani è diminuita notevolmente. Un forte calo dei tassi d’interesse o delle azioni non avrebbe attualmente lo stesso impatto su un piano come lo avrebbe avuto 15 o 20 anni fa, grazie al migliore allineamento delle attività con le passività.
Fonte: Goldman Sachs Asset Management e report aziendali. Al 31 dicembre 2023. In base ai piani a prestazione definita negli Stati Uniti (quando specificato) delle società dell’S&P 500. Solo a fini illustrativi. Le illustrazioni riflettono un possibile risultato e una serie di ipotesi ivi specificate. Goldman Sachs non fornisce servizi attuariali in relazione alla fornitura delle informazioni contenute.
Inoltre, la crescita dell’economia statunitense e globale negli ultimi 15 anni ha aumentato il valore di molti sponsor di questi piani. Di conseguenza, la dimensione relativa degli obblighi pensionistici lordi per le singole società si è ridotta rispetto alla dimensione dello sponsor del piano, definita dalla capitalizzazione sul mercato azionario dell’azienda. Basti pensare che nel 2007 l’obbligo previdenziale previsto (PBO) mediano negli Stati Uniti, come percentuale della capitalizzazione di mercato di uno sponsor per le società dell’indice S&P 500 con piani DB, era superiore all’8%. Questa percentuale mediana è scesa a meno del 5% nel 2022.
Anche il programma assicurativo del Governo Federale degli Stati Uniti ha registrato una drastica inversione di tendenza. Dopo aver attraversato una situazione di deficit per 16 anni consecutivi dal 2002 al 2017, il programma per singolo datore di lavoro della Pension Benefit Guaranty Corporation (PBGC) ha riportato un’eccedenza in ognuno degli ultimi sei esercizi fiscali, raggiungendo quasi 45 miliardi di dollari alla fine 2023 (si veda la Figura 3). Nel suo recente rapporto sulle proiezioni, la PBGC stima che la posizione finanziaria netta del programma supererà i 60 miliardi di dollari entro il 2032.
Fonte: Pension Benefit Guaranty Corporation e Goldman Sachs Asset Management. A dicembre 2023. Le previsioni economiche e di mercato qui presentate hanno mere finalità informative e sono aggiornate alla data di questo documento. Non c’è garanzia che tali previsioni verranno confermate. Si vedano le note aggiuntive alla fine di questo materiale.
Questa è una buona notizia per i partecipanti, gli sponsor del piano e la PBGC. Le prestazioni sono più sicure, l’esposizione finanziaria che gli sponsor devono affrontare per questi piani in alcuni casi è stata ridotta e la solidità della copertura assicurativa riduce la possibilità di dover ricorrere al sostegno del governo nel prossimo futuro.
Tuttavia, “completamente finanziato” non deve essere confuso con “senza rischi”. La storia è ricca di esempi di società che avevano piani sovrafinanziati (e talvolta congelati), ma che in seguito hanno visto deteriorarsi la loro posizione di solidità quando i tassi d’interesse e/o le azioni sono scese e sono riapparsi i deficit. Le organizzazioni che non avrebbero mai dovuto avere bisogno di contributi futuri per i loro piani si sono trovate improvvisamente di fronte a requisiti di finanziamento obbligatori, a premi a tasso variabile più elevati della PBGC, a un aumento delle spese pensionistiche nei loro conti economici e al riconoscimento di passività negli stati patrimoniali.
Inoltre, nonostante l’attuale posizione di solidità e la buona situazione finanziaria della PBGC, il costo sostenuto dagli sponsor per mantenere i partecipanti ai piani previdenziali ha continuato ad aumentare. Come si può vedere nella Figura 4 di seguito, i premi a tasso fisso della PBGC, ossia il premio pagato ogni anno per ogni partecipante a un piano, supereranno i 100 dollari nel 2024. Questo tasso di premio è più che raddoppiato dal 2014, in crescita ad un tasso annuale composto di circa il 7,5%. Qualsiasi costo che aumenti a questo tasso annuo nell’arco di un decennio susciterebbe probabilmente una grande attenzione dalla maggior parte dei Direttori finanziari. Sebbene diverse associazioni di categoria, tra cui l’American Benefits Council, si siano espresse a favore di una riduzione di questi premi, data la solida posizione finanziaria della PBGC, i premi continuano comunque ad aumentare ogni anno, essendo indicizzati all’inflazione.
Fonte: Pension Benefit Guaranty Corporation e Goldman Sachs Asset Management. A dicembre 2023. I premi a tasso fisso sono soggetti a indicizzazione. La performance passata non prevede e non garantisce risultati futuri, che possono variare.
II. Valutazione delle asset allocation dei piani finanziati e chiusi/congelati
Tutto questo contribuisce a chiederci “e adesso?”, ovvero “cosa vogliamo fare ora con il piano?” Grazie al miglioramento dei livelli finanziati negli ultimi anni, molti piani si sono spostati lungo i rispettivi “percorsi di scorrimento” o “piani di viaggio” e si trovano o sono vicini al loro “stato finale”. Gli sponsor dei piani che erano in attesa di copertura si trovano probabilmente in una posizione migliore rispetto a uno o due anni fa.
Per i piani chiusi/congelati e che stanno mantenendo un piano per la riduzione del rischio, è possibile che debbano riflettere su una serie di domande, come ad esempio:
- Come posso costruire un portafoglio per lo stadio finale che includa asset privati e un’allocazione LDI personalizzata?
- Che livello di finanziamento dovrebbe avere il mio stato finale?
- Dovremmo pensare di diversificare il nostro portafoglio di copertura delle passività acquistando altri strumenti oltre al credito investment grade pubblico e i Treasury statunitensi?
- Dovremmo pensare a qualche tipo di trasferimento/annualizzazione del rischio pensionistico?
- A che livello di finanziamento posso completare un’operazione di trasferimento del rischio senza aumentare i contributi monetari previsti?
- Se vogliamo perseguire un trasferimento del rischio pensionistico, a quali aspetti dobbiamo prestare particolare attenzione?
- Ora che ci troviamo nello stato finale e abbiamo un’eccedenza di finanziamento, ci sono usi consentiti di questo surplus?
- Una volta che riteniamo di aver bloccato il nostro piano DB in una situazione di stadio finale, dovremmo esaminare più da vicino il nostro piano a contribuzione definita?
Sono riflessioni molto importanti. I vertici dirigenziali sono spesso impegnati contemporaneamente su più fronti, per cui dedicare del tempo al loro piano pensionistico DB sovrafinanziato potrebbe non essere una delle loro priorità, ma in realtà dovrebbe esserlo. Come già detto in precedenza, un piano pensionistico completamente finanziato non è necessariamente privo di rischi. Inoltre, la posizione di solidità in cui si trovano oggi molti piani può consentire agli sponsor di prendere in considerazione altre strategie che solo pochi anni fa non erano disponibili.
Per contribuire a questa riflessione, abbiamo consultato il nostro database di piani pensionistici DB statunitensi per le società dell’S&P 500 alla fine del 2022 e abbiamo cercato i piani che erano finanziati oltre il 100% su base GAAP e, a nostra conoscenza, chiusi o congelati. Questo ci è sembrato un criterio ragionevole per individuare i piani che potrebbero essere al punto di arrivo, o perlomeno vicini, nel loro percorso.
Nella Figura 5, abbiamo illustrato in dettaglio l’asset allocation target media ponderata per questa popolazione di piani sovrafinanziati e chiusi/congelati. Come si vede nel grafico a torta, nel complesso questi piani hanno come obiettivo circa due terzi di obbligazioni e un terzo di attività orientate al rendimento, come le azioni quotate e altri investimenti alternativi, tra cui il private equity e il settore immobiliare.
Fonte: Goldman Sachs Asset Management e report aziendali. In base ai piani a prestazione definita negli Stati Uniti (quando specificato) delle società dell’S&P 500. La popolazione include 31 piani che rientrano nell’S&P 500 che, secondo la nostra analisi, sono principalmente chiusi e congelati e hanno uno stato di finanziamento GAAP superiore al 100% alla fine del 2022. Solo a fini illustrativi. Le illustrazioni riflettono un possibile risultato e una serie di ipotesi ivi specificate. Goldman Sachs non fornisce servizi attuariali in relazione alla fornitura delle informazioni contenute. Gli obiettivi sono soggetti a variazione e sono aggiornati alla data di questo documento. Gli obiettivi in quanto tali non offrono alcuna garanzia in merito ai risultati futuri.
Gli intervalli osservati per ciascuna asset class, descritti in dettaglio nella Figura 5, potrebbero essere più interessanti della media dell’asset allocation target. Cosa potrebbe determinare una divergenza così ampia nelle strategie di piani che apparentemente si trovano in posizioni simili? Alcune possibili spiegazioni includono:
- Implicazioni per il rendimento atteso delle attività (Expected Return on Asset, EROA): lo spostamento degli attivi dalle azioni alle obbligazioni nell’ambito di un piano di riduzione del rischio richiederà spesso la riduzione dell’ipotesi di EROA, che potrebbe aumentare la spesa pensionistica nel conto economico dello sponsor. Ciò potrebbe portare alcuni sponsor a mantenere un’esposizione relativamente più elevata agli attivi orientati al rendimento, anche se i piani sono sovrafinanziati e chiusi/congelati.
- Visione futura del piano: gli sponsor che prevedono un sostanziale trasferimento parziale del rischio pensionistico o una cessazione completa del piano potrebbero essere più orientati verso obbligazioni a copertura delle passività. Un piano che intende eliminare questa passività nei prossimi 50 anni e oltre potrebbe essere più incline a mantenere un’allocazione più elevata alle azioni per tenere conto della potenziale esperienza attuariale avversa e delle spese correnti del piano. Anche la decisione di cambiare rotta e riaprire il piano potrebbe giustificare il mantenimento di un’esposizione ad asset class orientate alla ricerca di rendimenti più elevati, nonostante i piani siano attualmente chiusi o congelati.
- Materialità del piano per lo sponsor: gli Sponsor in cui il piano è sovradimensionato rispetto alla portata dell’organizzazione possono essere più inclini a ridurre al minimo la volatilità dello stato finanziato. Una minore materialità può tradursi in una disponibilità ad accettare una maggiore volatilità dello stato finanziato e, pertanto, una maggiore quantità di azioni e asset class con rendimenti più elevati.
- Uso delle opzioni di eccedenza: a volte, un piano sovrafinanziato può essere combinato con un piano sottofinanziato assunto attraverso un’acquisizione. Pertanto, alcuni sponsor con piani sovrafinanziati potrebbero comunque essere incentivati a cercare rendimenti più elevati attraverso azioni e altre asset class orientate al rendimento al fine di far crescere eventuali eccedenze. Inoltre, come si vedrà più avanti, esistono altre possibili opzioni di utilizzo delle eccedenze, come la potenziale riapertura di un piano, che potrebbero indurre uno sponsor a mantenere un orientamento più propenso al rischio nonostante il piano sia sovrafinanziato e, almeno in quel momento, chiuso o congelato.
III. Rappresentazione grafica di un’allocazione di tipo “stadio finale”
Per i piani che ora sono sovrafinanziati e congelati o che sono stati chiusi per un periodo di tempo significativo senza considerare la possibilità di una riapertura, molti si chiedono come dovrebbe essere il portafoglio in stato finale o di stato stabile. In particolare, come creare una suddivisione tra la copertura delle passività e le attività orientate al rendimento e come determinare il ruolo che dovrebbero svolgere i derivati.
Pensiamo che il processo che un piano deve affrontare per rispondere a queste domande non sia diverso da quello seguito in altre fasi del percorso del suo stato di finanziamento, indipendentemente dal fatto che il piano sia aperto, chiuso o congelato. Il nostro schema illustrativo si concentra sulla minimizzazione del rischio dello stato finanziato rispetto al rendimento target dell’eccedenza. Sebbene il livello del rendimento target dell’eccedenza possa variare a causa di numerosi fattori, riteniamo che sia importante stabilire un rendimento target minimo.
Per essere autosufficienti, riteniamo che un rendimento dell’eccedenza minimo sia costituito dalle spese annuali previste e, se applicabile, dal costo del servizio del piano. Suggeriamo anche un margine di sicurezza per eventi attuariali avversi. In pratica, vediamo che in genere questo rendimento è raggiungibile quando si ammette un livello adeguato del margine dello stato finanziato al ribasso rispetto alla volatilità del portafoglio, tra il 102% e il 105%. Tutto questo ci porta a due conclusioni: 1) non siamo convinti che la riduzione significativa del rischio debba avvenire immediatamente al 100% della capitalizzazione, in quanto ciò limita il rialzo necessario per il margine di sicurezza, e 2) il livello di finanziamento legato al congelamento è tipicamente inferiore al costo di cessazione del piano per almeno un gruppo ristretto di passività del piano. Nella misura in cui un piano vuole utilizzare il portafoglio di congelamento per accrescere il surplus per usi strategici, in genere è possibile ottenere 50-100 punti percentuali in più senza rischi aggiuntivi significativi.
La Figura 6 presenta questo quadro di riferimento in forma schematica.
Fonte: Goldman Sachs Asset Management. Solo a fini illustrativi. Le percentuali sono solo a fini illustrativi e non devono essere interpretate come una consulenza o una raccomandazione d’investimento. Hanno il solo scopo di dimostrare come le decisioni di asset allocation e il posizionamento dei derivati possano essere interconnessi.
Il punto di partenza per l’analisi dipende da tre fattori: qual è il rendimento target dell’eccedenza, qual è la capacità del piano di assumere asset illiquidi e qual è il rapporto di copertura del tasso d’interesse target? Il calcolo di questi parametri dipenderà da vari fattori, come lo stato di finanziamento del piano e la propensione al rischio dello sponsor. Tuttavia, una volta calcolati, tutto il resto è praticamente irrilevante. Nell’esempio chiarificatore sopra descritto, ipotizziamo che il piano sia completamente finanziato, si trovi nello “stadio finale” e quindi desideri mantenere un rapporto di copertura dei tassi d’interesse del 100%, e che abbia la capacità e la volontà di utilizzare il suo profilo di flussi di cassa per assumere una quantità ragionevole di asset illiquidi.
La quantità di asset da allocare al portafoglio di crescita o a quello orientato al rendimento deve essere adatta a soddisfare l’obiettivo di rendimento in eccesso. Tutto ciò che non è necessario per questi scopi può essere allocato al portafoglio di copertura delle passività. La differenza tra il rapporto di copertura dei tassi d’interesse desiderato e la quantità di copertura che può essere realizzata con i titoli obbligazionari fisici può essere colmata con strumenti derivati come futures sui Treasury o swap sui tassi d’interesse.
Ovviamente, le asset class sottostanti al portafoglio di copertura delle passività e di ricerca del rendimento dovranno essere sviluppate in modo più dettagliato. Ciò introduce molte altre considerazioni, come il mix di asset pubblici e privati e quali altri asset possono essere inclusi in un portafoglio di copertura oltre al debito pubblico investment grade. Riteniamo che l’aggiunta di attività di private credit all’LDI, come minimo di tipo investment grade privato, possa contribuire a ridurre l’onere sul portafoglio di crescita, fornendo al contempo una diversificazione del credito. Abbiamo constatato che questa è stata una tendenza significativa negli ultimi anni. Il trade-off per l’aggiunta di vari tipi di asset privati per un determinato budget di liquidità può essere valutato con lo stesso schema del rendimento e del rischio dell’eccedenza per le diverse opzioni del portafoglio.
IV. Uso dell’eccedenza e altre considerazioni di carattere generale
Il passaggio a una posizione di sovrafinanziamento ha posto alcuni piani di fronte a una situazione che non veniva considerata da oltre un decennio: che cosa fare con l’eccedenza? Date le restrizioni imposte sulle attività pensionistiche sovrafinanziate, gli sponsor dei piani non possono prelevare l’eccedenza per utilizzarla a fini aziendali generali senza pagare imposte di consumo punitive.
Tuttavia, con le giuste condizioni, ci sono alcuni usi consentiti sulle eccedenze dei fondi pensione DB, ad esempio:
- finanziare gli obblighi di assistenza sanitaria dei pensionati,
- finanziare un piano di sostituzione qualificato,
- facilitare il trasferimento del rischio pensionistico, o
- aggiungere un piano non sottofinanziato nell’ambito di un’acquisizione.
Naturalmente, una modalità semplice di utilizzo dell’eccedenza è pagare l’accantonamento delle prestazioni future. Nei piani che stanno accantonando nuove prestazioni, quelle future sono essenzialmente prefinanziate. Cosa succede, invece, se il piano è chiuso o congelato? La riapertura del piano è un’opzione possibile per accedere al surplus.
Prima di immergerci nei calcoli, dobbiamo ricordare un fatto importante. Nonostante la saggezza convenzionale dica che i piani DB aziendali stanno scomparendo, molte società mantengono ancora aperti i propri piani. Di recente, abbiamo condotto un’analisi su 100 società con alcuni dei piani DB più grandi degli Stati Uniti. Abbiamo cercato di classificare ogni società secondo lo stato aperto, chiuso o congelato del proprio piano pensionistico. Questa classificazione è un po’ più complessa di quanto possa sembrare, poiché molte società mantengono vari piani pensionistici e spesso possono avere una combinazione di piani aperti, chiusi o congelati.
Nella nostra analisi abbiamo classificato ogni società in base allo stato del suo piano più grande o allo stato della maggioranza dei suoi piani. Come si vede nella Figura 7, il 39% delle società della popolazione è stato classificato come “aperto” e un altro 34% come “chiuso”, ma ancora con prestazioni in maturazione per almeno alcuni dipendenti. Solo poco più di un quarto delle società è stato classificato come “congelato”.
Fonte: Goldman Sachs Asset Management e report aziendali. Al 31 dicembre 2023. Sulla base di un campione di piani DB statunitensi di 100 società statunitensi incluse nell’S&P 500. Solo a fini illustrativi. Solo a fini illustrativi. I risultati di performance variano a seconda degli obiettivi di investimento, delle finalità e dei vincoli del cliente. Non è possibile garantire che risultati identici o simili a quelli sopra riportati possano essere o saranno raggiunti. Goldman Sachs non fornisce consulenza contabile, fiscale, o legale. Si vedano le note aggiuntive alla fine di questo materiale.
Nel caso di IBM, che, secondo quanto riferito, ha riaperto il suo piano DB, quest’ultimo era sovrafinanziato di circa 5 miliardi di dollari alla fine del 2022. In base a quanto riportato dalla stampa, la società non effettuerà più contributi automatici o corrispondenti al suo piano a contribuzione definita, ma istituirà un piano DB a contribuzione monetaria con un tasso di accredito dei salari del 5%, un tasso di accredito degli interessi del 6% per i prossimi anni e, successivamente, un tasso di accredito degli interessi legato al rendimento dei Treasury USA a 10 anni (con un limite minimo del 3%).
Quando maturano nuove prestazioni nel piano DB, esse sono essenzialmente prefinanziate (per un periodo limitato) a causa dell’attuale posizione di sovrafinanziamento. Con un piano a contribuzione definita, i contributi corrispondenti o automatici sono obbligatori ogni anno, indipendentemente dalle oscillazioni del mercato. Questo passaggio può consentire alla società di monetizzare le proprie eccedenze nei piani DB in modo efficiente dal punto di vista fiscale, sostanzialmente scambiando i contributi DC con le prestazioni DB che sono state prefinanziate.
Per i piani che sono sovrafinanziati e congelati, il calcolo può avere senso, così come l’utilizzo di un piano DB a saldo monetario da attuare. Sebbene molti sponsor si siano allontanati da una formula di retribuzione media finale per l’accantonamento delle prestazioni, un piano con saldo monetario è tipicamente meno volatile. I piani DB aziendali che sopravvivranno in futuro saranno probabilmente quelli a saldo monetario.
Per uno sponsor di piani intenzionato a considerare la struttura del capitale e la pianificazione delle retribuzioni in modo olistico, un piano pensionistico ben gestito può essere considerato un asset strategico. Riteniamo che questo valore non sia limitato alle pensioni significativamente sovrafinanziate, ma piuttosto possa essere applicato alle pensioni messe in congelamento in modo ponderato.
Definiamo un semplice scenario di congelamento come segue:
- ~2,1 miliardi di dollari di pensioni congelate, finanziate al 102%
- Decisione di sostituire 15 milioni di dollari in costi DC annuali con prestazioni pensionistiche a saldo monetario
- Un portafoglio in congelamento cerca di ridurre al minimo il rischio di eccedenza rispetto a un rendimento di eccedenza lordo di 100 pb per coprire i nuovi accumuli di saldi monetari e 20 pb di spese annuali
- Un portafoglio può essere costruito senza aggiungere un ulteriore margine di crescita del surplus per eventi attuariali avversi, che possono aumentare il livello delle attività di crescita desiderato e il rendimento target dell’eccedenza
Fonte: Goldman Sachs Asset Management. Gli obiettivi sono soggetti a variazione e sono aggiornati alla data di questo articolo. I rendimenti attesi sono stime di rendimenti medi ipotetici di asset class ricavate da modelli statistici. Non c’è garanzia che tali previsioni possano essere confermate. I rendimenti effettivi potrebbero essere diversi. Si vedano le note aggiuntive. Tutte le cifre riflettono le ipotesi strategiche di Multi-Asset Solutions al 30 settembre 2023. Solo a fini illustrativi. Si possono prendere in considerazione anche altre allocazioni di portafoglio oltre a quelle illustrative sopra indicate. Questa rappresentazione non costituisce una raccomandazione ad adottare una particolare asset allocation. Tutte le illustrazioni dello stato finanziato, dell’eccedenza e delle relative informazioni sul finanziamento si basano sui dati attuariali forniti ove appropriato. Goldman Sachs non fornisce servizi attuariali in relazione alla fornitura delle informazioni contenute.
Come si può vedere nella Figura 9, si prevede che questo piano ipotetico sia in grado di pagare le prestazioni maturate in uno stato di congelamento.
- Utilizzando un approccio di congelamento durante la sostituzione dei benefici DC, la società potrebbe risparmiare oltre 170 milioni di dollari di contributi monetari cumulativi
- Il rischio di ribasso previsto non aumenta in modo rilevante (aumento stimato della volatilità dello stato finanziato <2% o circa 40 milioni di dollari di rischio, che possono essere considerati coperti dalla “riserva” dell’eccedenza del piano)
- Una parte significativa del valore deriva dalle prestazioni pregresse in essere. Senza i benefici maturati e finanziati, la base di attività non sarebbe in grado di sostenere lo stesso livello di costi. Ad esempio, se la pensione fosse la metà (cioè 1,05 miliardi di dollari), si prevede una differenza di 100 milioni di dollari nella posizione di finanziamento al 10º anno, con una significativa riduzione del risparmio monetario cumulativo
Fonte: Goldman Sachs Asset Management. Solo a fini illustrativi. L’illustrazione presuppone un rendimento delle attività del 6,75%, un rendimento delle passività del 5,90%, un tasso di accredito degli interessi del saldo monetario del 4,5% e un’indicizzazione dei salari del 3%. Gli esempi riportati sono a soli fini illustrativi e non rappresentano risultati effettivi. Nel caso in cui una qualsiasi delle ipotesi non si verifichi, i risultati potrebbero differire in modo sostanziale. I rendimenti attesi sono stime di rendimenti medi ipotetici di asset class ricavate da modelli statistici. Non c’è garanzia che tali previsioni possano essere confermate. I rendimenti effettivi potrebbero essere diversi. Si vedano le note aggiuntive. Tutte le cifre riflettono le ipotesi strategiche di Multi-Asset Solutions al 30 settembre 2023.
CONCLUSIONE
Molti piani pensionistici aziendali a prestazioni definite si trovano in un importante punto di svolta, dato l’aumento dei livelli finanziati negli ultimi anni. Nel momento in cui gli sponsor valutano i possibili interventi da compiere ora che si trovano in questa posizione di forza, dovrebbero considerare i potenziali vantaggi di:
- Continuare a coprire il rischio dei tassi d’interesse in modo personalizzato per minimizzare il rischio pensionistico non compensato.
- Costruire portafogli di congelamento con l’obiettivo di minimizzare il rischio di eccedenza per raggiungere un livello target di rendimento dell’eccedenza e valutare il profilo di illiquidità e degli investimenti alternativi nel portafoglio LDI.
- Considerare le opportunità per il surplus pensionistico.