Scenario macroeconomico

Market Pulse - Dicembre

9 dicembre 2024 | Tempo di lettura: 5'
Autore/i
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Candice Tse
Global Head of Strategic Advisory Solutions
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James Ashley
International Head of Strategic Advisory Solutions
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John Tousley
Global Head of Market Strategy, Strategic Advisory Solutions
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Simona Gambarini
Senior Market Strategist, Strategic Advisory Solutions
L’imminenza di un nuovo regime politico e di un cambiamento delle dinamiche macroeconomiche ci spinge a ritenere che il 2025 sarà caratterizzato da un’economia statunitense solida e dalla resilienza di tutti i mercati, ma la costante apprensione degli investitori potrebbe creare effetti a catena sull’andamento dei mercati a breve termine.

Market Pulse - Il 2025 in 10 punti

1. Crescita: continuiamo a ritenere che il rischio di recessione sia limitato e ci aspettiamo che la crescita globale venga sostenuta da diversi fattori, tra cui una forte crescita del reddito reale delle famiglie, una minore influenza negativa dell’irrigidimento monetario/fiscale, una ripresa dell’attività manifatturiera e una maggiore disponibilità delle banche centrali a operare tagli preventivi dei tassi, se necessario.

2. Politiche post elettorali: pur prevedendo cambiamenti significativi nelle politiche statunitensi per il prossimo anno, riteniamo improbabile che tali variazioni alterino sostanzialmente la traiettoria dell’economia o della politica monetaria americana. Ci aspettiamo che il governo degli Stati Uniti imponga nuovi dazi sulle importazioni dalla Cina e sulle automobili, riduca l’immigrazione netta, limi leggermente le imposte e ammorbidisca il quadro normativo.

3. Inflazione: l’aumento dei dazi imprimerà probabilmente un’accelerazione all’inflazione statunitense, almeno nel breve termine. Se si escludono i dazi, riteniamo che nel 2025 il PCE core statunitense scenderà al 2,1%. Tuttavia, il nostro scenario base, che tiene conto dei dazi, prevede un aumento dell’inflazione di fondo di 0,3-0,4 pp che, se dovesse essere deliberato un dazio generalizzato del 10%, potrebbe essere più consistente.

4. Politica monetaria: guardando a quanto accaduto nel 2019 con i dazi statunitensi, si è propensi a pensare che se l’inflazione attesa dovesse rimanere ancorata, la Federal Reserve cercherebbe di guardare oltre l’inflazione causata dai dazi. Prevediamo che la Federal Reserve effettuerà alcuni tagli consecutivi dei tassi nel primo trimestre 2025, prima di rallentare il ritmo fino a settembre, raggiungendo un tasso terminale del 3,25-3,5%. A livello globale, ci attendiamo tagli da tutte le banche centrali del G10, ad eccezione della BoJ.

5. Azionario MS: GIR prevede che l’S&P 500 salirà a quota 6.500 per la fine del 2025, spinto dalla costante espansione economica degli Stati Uniti, da una crescita degli utili dell’11% e da un multiplo P/E NTM a fine anno pari a 21,5x. A livello globale, ci aspettiamo rendimenti moderati, che dipenderanno dalla crescita degli utili e dai dividendi. Preferiamo un’esposizione alla diversificazione geografica, all’S&P 500 equiponderato, al segmento delle small/mid cap e ai ricavi basati sull’IA.

6. Azionario ME: un dollaro più forte, un aumento dei dazi sui prodotti cinesi e sulle automobili e cicli di allentamento meno incisivi nei mercati emergenti creano uno scenario più difficile. Riteniamo che i mercati emergenti con 1) solidi fondamentali microeconomici interni, 2) capacità di isolamento dai rischi esterni come i dazi e 3) politiche monetarie locali favorevoli abbiano maggiori probabilità di sovraperformare nel 2025.

7. Tassi:  un dollaro più forte, un aumento dei dazi sui prodotti cinesi e sulle automobili , e cicli di allentamento meno incisivi nei mercati emergenti creano uno scenario più difficile. Riteniamo che i mercati emergenti con 1) solidi fondamentali microeconomici interni, 2) capacità di isolarsi dai rischi esterni come i dazi e 3) politiche monetarie locali favorevoli abbiano maggiori probabilità di sovraperformare nel 2025. Riteniamo che restare orientati all’irripidimento della curva sia più indicato in uno scenario in cui la Federal Reserve presta più attenzione alla crescita che ai rischi di inflazione. Al di fuori degli Stati Uniti, siamo posizionati con una duration più lunga in Europa date le prospettive di un rallentamento della crescita.

8. Credito: gli investitori probabilmente inizieranno il 2025 con forti vincoli di spread, ma prevediamo che tali livelli proseguiranno. A nostro avviso, i rischi stanno passando da quelli derivanti dai problemi sistemici che interessano il sistema bancario a quelli più generali legati alla guerra commerciale e alla sostenibilità del debito degli Stati Uniti.

9. Valute: ci aspettavamo una graduale flessione del dollaro statunitense e il passaggio della crescita globale a una situazione di maggiore equilibrio. Tuttavia, gli “sfidanti” del dollaro faticano ancora a porsi come alternative migliori. Attualmente prevediamo che i dazi assumeranno un ruolo di primo piano nella politica monetaria statunitense, insieme ad alcune ulteriori modifiche di carattere fiscale. Questo scenario costituisce una potente combinazione favorevole alla resilienza del dollaro nel 2025.

10. Materie prime: l’ampio ventaglio di possibili cambiamenti sul fronte delle politiche statunitensi rafforza il ruolo delle materie prime. Le posizioni in oro e petrolio, in particolare, possono fungere da copertura contro l’inflazione e gli eventi geopolitici in scenari che contemplano l’inasprimento dei dazi, le interruzioni nelle catene di approvvigionamento, l’escalation dei conflitti e la sostenibilità del debito.

Grafico del meseGrafico del mese

Fonte: Goldman Sachs Global Investment Research e Goldman Sachs Asset Management. Al 4 dicembre 2024. Il grafico mostra le previsioni di GIR per l’inflazione core PCE degli Stati Uniti in tre possibili scenari diversi sul fronte dei dazi. Solo a fini illustrativi. Non vi è alcuna garanzia che gli obiettivi verranno raggiunti.

Previsione per asset classPrevisione per asset class

I prezzi target delle principali classi di attivi sono forniti da Goldman Sachs Global Investment Research. Fonte: “Publishing our GOAL outlook”, 2 dicembre 2024.

 

Fonte: Goldman Sachs Global Investment Research e Goldman Sachs Asset Management. A novembre 2024. “Noi/nostro” si riferisce a Goldman Sachs Asset Management. Le view macro e di mercato espresse possono differire da quelle di GIR e di altre divisioni di Goldman Sachs e delle relative società collegate. Per maggiori informazioni si rimanda alle note finali. Le previsioni economiche e di mercato qui presentate hanno mere finalità informative e sono aggiornate alla data di questo documento. Non c’è garanzia che tali previsioni verranno confermate. La performance passata non prevede e non garantisce risultati futuri, che possono variare.

Effetto a catena

L’imminenza di un nuovo regime politico e di un cambiamento delle dinamiche macroeconomiche ci spinge a ritenere che il 2025 sarà caratterizzato da un’economia statunitense resiliente, ma anche da una costante apprensione da parte degli investitori, in quanto gli utili societari, le decisioni di politica interna e l’escalation geopolitica potrebbero creare effetti a catena sull’andamento dei mercati a breve termine. In uno scenario macro solido i mercati dovrebbero mantenersi resilienti. Tuttavia, riteniamo che gli investitori possano migliorare il loro posizionamento attuale ampliando l’esposizione a livello geografico, di capitalizzazione di mercato e di asset class.

Previsioni per asset class
CRESCITA
CRESCITA

Lavoro intenso: gli Indicatori di attività corrente  (Current Activity Indicators o CAI), che si riferiscono alla produzione manifatturiera e industriale, gli "Hard CAI", sono in territorio positivo da 24 mesi consecutivi negli Stati Uniti, il sesto periodo ininterrotto più lungo dal 1972 a questa parte. Al contrario, i "Soft CAI", come il sentiment dei consumatori e l’ottimismo delle imprese, sono stati in territorio negativo per 11 di questi 24 mesi.

Un occhio della testa: attualmente, i prezzi statunitensi sono aumentati del 21% rispetto ai livelli pre-pandemia- Tuttavia, se dal febbraio 2020 l’inflazione fosse rimasta al 2%, i l'aumento dei prezzi sarebbe stato pari al 10%. Analogamente, oggi i prezzi al consumo nell’Eurozona e nel Regno Unito sono cresciuti del 17% e del 19% nello stesso periodo.

Shopping sfrenato: a questo proposito, da febbraio 2020 il reddito personale disponibile negli Stati Uniti è aumentato del 31%, contribuendo a far crescere la spesa dei consumatori del 35% nello stesso periodo.

POLITICA
POLITICA

Una vittoria decisiva: il presidente eletto Trump ha conquistato il suo secondo mandato non consecutivo, mentre il GOP, ovvero il Partito Repubblicano, ha riconquistato il Senato e mantenuto il controllo della Camera, registrando l’ottava vittoria repubblicana decisiva dal dopoguerra. In questi 8 anni, il rendimento medio dell’S&P 500 è stato pari al 16%.

Cambio a sorpresa: per la prima volta in quasi 120 anni, i politici in carica non sono stati rieletti in ciascuno dei 10 i principali Paesi monitorati dal progetto di ricerca globale ParlGov e in cui si sono tenute consultazioni elettorali nazionali nel 2024.

Ampio e sempre più ampio: negli ultimi 10 anni il gettito fiscale federale statunitense è aumentato del 60%, mentre la spesa del governo degli Stati Uniti è aumentata del 93%, contribuendo a formare il più ampio deficit federale mai registrato.1

AZIONI
AZIONI

Modalità di crescita: dal 1949, le fasi di mercato rialziste statunitensi sono durate mediamente 5,5 anni, con un rendimento medio del 192%, mentre le fasi ribassiste sono durate mediamente 11,2 mesi, con un rendimento medio del -33%. L’attuale fase rialzista statunitense, iniziata a ottobre 2022, ha registrato un rendimento del 64% in 2,1 anni.

Prezzati per la perfezione: Prezzate per la perfezione: il rapporto P/E TTM medio delle prime 10 società dell’S&P 500 è 48,6x, mentre il rapporto P/E dell’S&P 500 è 26,8x, al 93esimo percentile dal 1990.

Le iniziative della Cina: a settembre 2024, l’indice CSI ha registrato il maggiore rendimento settimanale dalla crisi finanziaria globale del 2008, grazie principalmente agli annunci di misure di stimolo da parte del Governo.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO
MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Una lunga fase negativa: il calo del 14% del Global Aggregate Bond Index da agosto 2020 porta a oltre 51 mesi la fase di ribasso del mercato obbligazionario globale, di gran lunga la più duratura di sempre.

Percorsi opposti: la riunione di politica monetaria di giugno non solo è stata uno dei pochissimi casi in cui la BCE ha modificato la propria politica prima della Fed, ma è stata anche la prima volta in cui la BCE ha iniziato a tagliare i tassi dopo un ciclo di inasprimento senza dover affrontare una recessione.

Spread ristretti: nel 2024 gli spread del credito high yield dei MS hanno subito un’ulteriore compressione. Gli spread statunitensi hanno raggiunto i minimi da giugno 2007, un segnale solitamente negativo per i rendimenti a termine dei mercati azionari e del credito.

Fonte: Bloomberg e Goldman Sachs Asset Management. A novembre 2024. “Noi” si riferisce a Goldman Sachs Asset Management. Le view macro e di mercato espresse possono differire da quelle di GIR o di altre divisioni di Goldman Sachs e delle relative società collegate. Per maggiori informazioni si rimanda alle note finali. La performance passata non garantisce risultati futuri, che possono variare.

 

1Le percentuali indicate sono rettificate per tenere conto dell’inflazione.

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