Costruzione di portafoglio

Asset Management Outlook - Secondo semestre 2025: Itinerari alternativi alla resilienza

25 giugno 2025 | Tempo di lettura: 15'
Perspectives
Questa pubblicazione fa parte della nostra serie Perspectives

Alternative versatili

All’inizio del 2025, avevamo evidenziato una serie di opportunità diversificate nel private equity, nel private credit, nel real estate, nelle infrastrutture e negli hedge fund. Avevamo anche sottolineato la necessità di un impiego prudente del capitale in un contesto macroeconomico e politico in evoluzione. Le nostre opinioni sugli investimenti nei mercati privati rimangono sostanzialmente intatte. 

Non consigliamo di concentrarsi eccessivamente su un unico contesto di mercato, ma riteniamo che gli investitori possano adattarsi gradualmente ai cambiamenti fondamentali che potrebbero avere implicazioni a più lungo termine. In un periodo in cui l’incertezza determinata dai dazi altera le traiettorie del dealmaking e ridefinisce la gamma di opportunità, intravediamo maggiori opportunità in strategie alternative versatili, mantenendo una visione a lungo termine, piuttosto che tentare di anticipare le oscillazioni del mercato. Le continue innovazioni nei mercati privati stanno fornendo nuovi strumenti e opzioni agli investitori che necessitano di liquidità o vogliono effettuare un ribilanciamento.

Le pressioni sul private equity persistono

Nel primo semestre del 2025, l’incertezza politica e la volatilità dei mercati hanno ostacolato il dealmaking del private equity, spostando l’attenzione degli investitori su una potenziale ripresa più avanti nel corso dell’anno. La riduzione dell’attività di exit sta alimentando la domanda di soluzioni di liquidità nei mercati secondari e del credito. I rischi di ribasso a breve termine per le società stanno crescendo, a causa di un’inflazione più elevata e dei fattori negativi per la crescita, e lasciano un margine di errore molto ristretto per la pianificazione operativa delle imprese. Nel complesso, le valutazioni sono elevate sia per le operazioni di ingresso che di exit e gli indici di copertura degli interessi (Interest Coverage Ratios) rimangono bassi, nonostante il calo dei tassi e i rifinanziamenti. La possibilità di un contesto macroeconomico “più difficile per un periodo più lungo” potrebbe prolungare il periodo di detezione degli investimenti (holding period) o costringere i General Partner (GP) ad accettare rendimenti inferiori. Il prolungamento degli holding period, insieme alla crescente pressione sui GP per la restituzione del capitale, hanno portato i GP a esaminare strategie di monetizzazione alternative, come i continuation vehicle e il capitale ibrido e flessibile. D’altra parte, riteniamo che la complessità del contesto crei opportunità per un cambiamento netto che, a nostro avviso, il private equity è strutturalmente in grado di guidare. I GP con solide capacità di creazione di valore e strategie di investimento disciplinate sono ben posizionati per operare in queste condizioni.

La riduzione dell’attività di exit sta alimentando la domanda di soluzioni di liquidità nei mercati secondari e del credito.
Le distribuzioni sono rimaste indietro rispetto agli asset investitiLe distribuzioni sono rimaste indietro rispetto agli asset investiti

Fonte: MSCI. Al 31 dicembre 2024.

Nel segmento del growth equity, possiamo notare un aumento della domanda di capitale, poiché le società finanziate da fondi di venture capital richiedono ulteriori finanziamenti privati per portare avanti la loro transizione da startup sostenute dal venture capital a imprese indipendenti e autosufficienti. Questo trend è alimentato in parte dal fatto che alcune di queste società stanno ancora aumentando le loro valutazioni, mentre molte altre fanno la scelta strategica di rimanere private per un periodo prolungato. Poiché queste società ricorrono sempre più spesso a fusioni e acquisizioni, spesso di altre startup, per stimolare la crescita, la domanda di capitali privati su larga scala viene ulteriormente amplificata. Gli effetti congiunti dell’aumento della domanda, della razionalizzazione dell’offerta e delle aspettative di valutazione più realistiche stanno creando condizioni di investimento sempre più favorevoli per gli investitori nel segmento del growth equity.

Cresce l’interesse per l’evoluzione delle strategie di credito

Continuiamo ad aspettarci una forte domanda di private credit da parte degli investitori, trainata dagli interessanti rendimenti corretti per il rischio e dai benefici della diversificazione. Gli indicatori anticipatori suggeriscono che i mercati del credito potrebbero iniziare a rivalutare il rischio, come evidenziato da un ampliamento degli spread sui syndicated loan di nuova emissione e sui prestiti relativi a fusioni e acquisizioni nel primo trimestre del 2025. Nel primo semestre 2025 i default nel private credit sono rimasti su livelli contenuti e significativamente inferiori rispetto a quelli dei mercati dei prestiti sindacati, se si tiene conto anche dei distressed exchange. Sebbene la società mediana abbia continuato a registrare solidi fondamentali, una quota crescente di società sta affrontando problemi di cash flow e lo spettro di una recessione aumenta la loro vulnerabilità. I deal recentemente finanziati o rifinanziati possono essere soggetti a rischi di ribasso, in quanto i loro prezzi hanno offerto una protezione limitata contro l’aumento dei rischi macroeconomici e commerciali.  

Con l’emissione di obbligazioni societarie strettamente correlata all’attività di fusione e acquisizione, molti investitori stanno cercando di espandere le allocazioni al private credit in aree con minore esposizione alle operazioni di M&A, tra cui gli asset reali, il credito investment grade di origination diretta e l’asset finance. I finanziatori stanno anche espandendo sempre più il loro raggio d’azione al di là degli Stati Uniti, ad esempio in mercati come l’Europa e l’Asia, che sono meno penetrati e presentano potenziali benefici di diversificazione, tra cui l’esposizione in diverse valute.

Infrastrutture: opportunità tematiche nel mid-market

Mentre le pressioni inflazionistiche a breve termine potrebbero favorire determinati asset infrastrutturali, le implicazioni di un’incertezza geopolitica più elevata rimangono difficili da valutare. Un miglioramento limitato del contesto dei tassi d’interesse potrebbe mettere ulteriormente a dura prova i rendimenti core, rendendo la crescita fondamentale degli asset sempre più cruciale per generare un rialzo interessante. Riteniamo che il middle market sia destinato a beneficiare di un panorama rimodellato dall’evoluzione dei trend di fundraising, offrendo un mix convincente di potenziale creazione di valore attraverso miglioramenti operativi sistematici e una gamma più ampia di strategie di exit. Prevediamo che le opportunità d’investimento tematiche, come gli asset infrastrutturali digitali, rimarranno un obiettivo chiave; tuttavia, date le valutazioni elevate in alcuni settori, è essenziale selezionare attentamente gli asset. La maggiore necessità di infrastrutture private sta diventando sempre più evidente in Europa, dove i governi stanno ridefinendo i piani di spesa; tuttavia, l’attuazione della spesa pubblica sarà probabilmente graduale.

Il fundraising per le infrastrutture si è orientato verso le società large cap, dove le valutazioni risultano più elevate rispetto alle mid capIl fundraising per le infrastrutture si è orientato verso le società large cap, dove le valutazioni risultano più elevate rispetto alle mid cap

Fonte: Preqin (fundraising), EDHEC (valutazioni). A dicembre 2024.  EV/EBITDA mediano negli ultimi 5 anni.  Fundraising per il periodo 2022-2024.  Le large cap sono definite come aziende con una valutazione superiore a 8 miliardi di dollari; midcap quelle con una valutazione compresa tra 2 e 8 miliardi di dollari.

Segnali positivi per l'immobiliare commerciale

Dopo alcuni anni difficili, i fondamentali sottostanti in molti segmenti del settore immobiliare commerciale (commercial real estate, CRE) mostrano trend positivi. Le prospettive per gli asset esistenti stanno migliorando grazie al calo dei livelli di costruzione rispetto ai recenti massimi. Inoltre, gli attuali segnali positivi nel real estate derivano da trend secolari di lungo periodo quali i cambiamenti demografici, l’innovazione tecnologica e l’attenzione alla sostenibilità. Si prevede che un contesto di valutazioni più equilibrate mitigherà un ulteriore rischio di ribasso e stimolerà l’attività legata alle transazioni rispetto agli attuali modesti livelli; una ripresa delle operazioni contribuirebbe a stabilire il "fair value". Sebbene per alcuni asset il processo di adeguamento possa essere complesso, è considerato un passo necessario verso una più ampia ripresa del mercato e una maggiore fiducia nell’asset class. Le condizioni attuali offrono potenzialmente l’opportunità di acquisire determinati asset a prezzi interessanti e di migliorare il reddito operativo netto attraverso una gestione proattiva e programmi di investimento che generano valore aggiunto, oltre alla possibilità di sviluppare, riqualificare o riposizionare gli asset per soddisfare le mutevoli esigenze di spazio.

Gli hedge fund in un nuovo regime di mercato

Mentre entriamo nel secondo semestre del 2025, i mercati sono caratterizzati da un calo dei rendimenti e da una maggiore volatilità, che determinano una significativa divergenza di performance tra i mercati azionari. Ciò sottolinea l’importanza di avere portafogli ben diversificati in questo nuovo regime di mercato, in cui gli hedge fund hanno ottenuto risultati particolarmente positivi. Dalla fine del Quantitative Easing (QE), gli hedge fund hanno sovraperformato un portafoglio standard 60/40, sia da inizio anno che negli ultimi tre anni e mezzo.15 Riteniamo che il contesto attuale continuerà a favorire la generazione di alpha per gli hedge fund, rafforzando al contempo il valore della diversificazione offerta da questi investimenti. Le elevate correlazioni tra azioni e obbligazioni accrescono l’importanza di includere hedge fund per ottenere sia rendimenti che diversificazione. Tuttavia, la diversificazione tra i vari stili di hedge fund e la selezione di gestori qualificati rimangono di importanza fondamentale, poiché la dispersione della performance tra i gestori si mantiene ampia.

Sebbene gli hedge fund multi-strategy continuino a essere popolari, per migliorare i benefici della diversificazione e ridurre l’incertezza dei risultati è importante allargare il campo e allocare a un insieme più ampio di gestori. Gli hedge fund multi-strategy hanno registrato un calo dell’alpha a causa di termini più onerosi, della riduzione dei rischi e di una maggiore concorrenza. Sebbene negli ultimi cinque anni abbiano registrato i migliori risultati, negli ultimi tre anni la loro performance è scesa nella fascia intermedia, con le strategie azionarie quantitative al primo posto (con un rendimento annualizzato del 5%).16 Questo approccio più ampio, che include sia piattaforme che hedge fund specializzati, accessibili attraverso fondi, gestioni separate (separately managed accounts, SMA) e coinvestimenti, è oggi considerato la strategia ottimale per avere successo negli hedge fund. Inoltre, riteniamo che le strategie di investimento alternative liquide offrano un approccio trasparente ed economico per ottenere il profilo di rischio e rendimento del più ampio universo degli hedge fund. Un approccio multi-strategy può fornire accesso a una gamma di strategie di trading dinamiche in tutti i principali stili di hedge fund, confezionate in una soluzione liquida e accessibile.

Alternative risk premia: potenziale resilienza nelle fasi rialziste e ribassiste del mercato

Le strategie Alternative risk premia (ARP) sono concepite per sfruttare la volatilità, la dispersione, il carry e i trend. Possono essere costruite con un approccio offensivo per generare alpha non correlato nel tempo, o in modo difensivo per fornire copertura del rischio di coda in contesti di mercato difficili. Le diverse tecniche presentano vantaggi e limiti particolari, a seconda dei cicli di mercato e dei contesti di rischio. Ad esempio, diverse strategie difensive (ad es. call sui tassi d’interesse a breve termine, opzioni su valute, trend-following intraday) mostrano vari gradi di resilienza durante le fasi di flessione del mercato. Pertanto, riteniamo che un approccio dinamico e diversificato che utilizzi una combinazione di strategie ARP difensive sia fondamentale per contribuire a fornire un’efficace mitigazione dei ribassi in una gamma di potenziali scenari di sell-off sul mercato. Riteniamo che l’efficacia di ciascuna strategia sia subordinata alla sua strutturazione ponderata in considerazione del portafoglio complessivo, adattata a specifici obiettivi di costruzione del portafoglio e ai contesti di mercato prevalenti.

Tre domande chiave

1. In che modo gli investitori nei mercati privati possono risolvere il problema dell’effetto denominatore, consentendo impegni costanti nel corso del ciclo di mercato e rimanendo vicini all’allocazione target?

Il primo passo per gli investitori è valutare il proprio approccio ai target di allocazione nei mercati privati. È necessario stabilire delle fasce di allocazione target che isolino il portafoglio dalle oscillazioni giornaliere dei mercati quotati. Quando viene superata una soglia di allocazione, concedere un periodo di grazia di alcuni trimestri può aiutare ad affrontare le fluttuazioni di mercato a breve termine e fornire il tempo sufficiente per valutare i potenziali approcci se l’allocazione non ritorna entro le fasce previste. Alcuni investitori hanno già imparato questa lezione durante la crisi finanziaria globale e hanno implementato questi cambiamenti nelle loro strutture di governance, e ciò li ha aiutati ad affrontare la contrazione e la volatilità dei mercati nell’epoca del COVID. Per essere preparati agli imprevisti, gli investitori stimano la quota di rendimenti dei mercati quotati che i mercati privati potrebbero ottenere a livello contabile, nonché alcuni scenari di stress ragionevoli che indicano l’entità delle oscillazioni del valore del portafoglio nel breve termine. Uno stress test può anche stimare i cash flow, riconoscendo che i conferimenti e le distribuzioni tendono a muoversi di pari passo.

2. In che modo i secondaries possono aiutare a ottenere liquidità? 

Nell’ambito dei fondi che operano nel mercato secondario (secondaries), la raccolta fondi è proseguita con un forte slancio da inizio anno, in un contesto di ampia debolezza dei mercati primari, con un volume di capitali chiuso da inizio anno che ha già superato il 60% del totale annuale del 2024.17 Le notizie recenti suggeriscono che presto saranno annunciate ulteriori chiusure. Rimane una biforcazione nel mercato secondario, dove il fundraising da inizio anno è dominato dai mega fondi. Sebbene il capitale continui ad affluire in queste strategie, è comunque probabile che la domanda superi l’offerta poiché numerosi fattori idiosincratici potrebbero costringere i limited partner (LP) a cercare adeguamenti significativi all’esposizione ai mercati privati attraverso il mercato secondario, nel contesto di una confluenza di pressioni derivanti dall’evoluzione della politica e dall’incertezza del mercato. Inoltre, con il progressivo prolungamento del periodo di detenzione degli investimenti, possiamo notare che i GP sono sempre più attivi nelle operazioni secondarie, per contribuire a fornire liquidità agli investitori pur rimanendo investiti in asset di alta qualità. Riteniamo che l’attuale contesto presenti opportunità interessanti nel mercato secondario. Fornire liquidità quando questa è scarsa può diventare un vantaggio e potrebbe generare interessanti rendimenti corretti per il rischio.

3. Scegliere i PIK: perché è importante fare distinzioni tra i prestiti PIK?

I prestiti con caratteristiche di “pagamento in natura” (payment-in-kind, PIK), in cui una parte della cedola viene aggiunta al capitale residuo invece di essere corrisposta in contanti, sono diventati una soluzione diffusa per affrontare il contesto di tassi d’interesse elevati. Un PIK è in genere meno favorevole quando un finanziamento con pagamento in contanti si converte in PIK a causa di difficoltà finanziarie impreviste, che possono essere di breve o lungo termine. Questi deal hanno registrato una diminuzione media dell’EBITDA annualizzato del 21% dopo l’investimento iniziale. Tuttavia, riteniamo che i PIK possano essere una strategia valida se incorporata con prudenza fin dall’inizio, in particolare nei leveraged buyout (LBO) durante i periodi di tassi d’interesse elevati, poiché consentono alle aziende di conservare liquidità o reinvestirne di più.

Megatrend e cambiamento

Nel 2025 avevamo previsto cambiamenti da tutte le angolazioni . I dazi, gli sviluppi fiscali e le dinamiche insolite del dollaro hanno rappresentato molteplici sfide per gli investitori. In un contesto di turbolenze macroeconomiche e di mercato, la destabilizzazione della geopolitica, i cambiamenti delle catene di approvvigionamento e lo sviluppo dell’IA rimangono temi di spicco. A nostro avviso, un’esposizione ponderata a questi trend nei mercati pubblici e privati può essere un’ancora importante per i portafogli nell’affrontare la complessità del contesto attuale. Riteniamo che i driver alla base degli investimenti a lungo termine nella sicurezza (a livello di filiera, risorse e Paese) e nella sostenibilità siano fondamentalmente solidi. Identificare le opportunità nel loro punto di intersezione rappresenta un altro percorso proattivo verso la potenziale resilienza del portafoglio, la crescita a lungo termine e la creazione di valore. Il nostro obiettivo rimane quello di eliminare i falsi segnali per trovare quelli di cambiamento effettivo.

La sicurezza è ancora in primo piano

Riteniamo che i driver a lungo termine a sostegno degli investimenti nella sicurezza economica rimangano solidi. Questi driver includono:

  • Sicurezza delle catene di approvvigionamento: le società stanno investendo nella localizzazione e nell’integrazione verticale delle catene di approvvigionamento per ridurre la fragilità operativa e il rischio geopolitico, indipendentemente dagli incentivi governativi. Questo approccio è guidato dalle direttive dei vertici aziendali incentrate sulla sopravvivenza del business.
  • Sicurezza delle risorse: il controllo di energia, risorse idriche e minerali critici è fondamentale. Le aziende che rendono possibile l’indipendenza e l’efficienza delle risorse sono ben posizionate. Se le risposte del governo sono deboli, il capitale privato (fondi infrastrutturali, REIT industriali) può intervenire per finanziare i progetti.
  • Sicurezza nazionale: le tensioni geopolitiche elevate richiedono investimenti costanti nella sicurezza informatica e nella modernizzazione della difesa. Gli investimenti del settore privato nella sicurezza informatica, nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie a duplice uso possono integrare la ricerca e lo sviluppo del settore pubblico.

Nel primo semestre del 2025 abbiamo assistito a un’ondata di investimenti aziendali in tutti i settori economici legati alla sicurezza economica negli Stati Uniti, che hanno sostituito gli investimenti pubblici diretti. È importante evidenziare questo aspetto, vista l’attenzione dell’amministrazione Trump al taglio dei programmi di spesa fiscale precedentemente approvati dall’amministrazione Biden. In Europa, abbiamo finalmente iniziato a vedere un aumento della spesa fiscale, necessario per agevolare gli investimenti nella difesa, nelle catene di approvvigionamento e nella sicurezza delle risorse. Questo ci consentirà di allocare sempre di più in società al di fuori degli Stati Uniti, in Europa, dove la spesa per la difesa e le infrastrutture cresce dopo decenni di investimenti insufficienti. L’incertezza geopolitica sta generando volatilità nei mercati, ma rafforza anche la nostra visione dell’importanza di mantenere un focus di lungo termine, soprattutto considerando che siamo ancora nelle fasi iniziali di questo tema. Riteniamo che concentrarsi su asset di alta qualità e mantenere la disciplina porterà a generare alpha rispetto al mercato in generale. Il nostro obiettivo è sfruttare la volatilità del mercato investendo nelle società in cui la nostra tesi a lungo termine non è cambiata.

Domanda di energia, reti obsolete e stoccaggio di energia

L’intelligenza artificiale, la transizione verso l’energia pulita, la solida crescita economica e il reshoring industriale continuano a determinare notevoli aumenti della domanda di energia ed elettricità. A livello globale, continuiamo a prevedere una crescita della domanda di energia dei data center (legata o meno all’IA) pari al 160% per il 2030 rispetto al 2023, un aumento equivalente all’aggiunta di un Paese tra i primi 10 consumatori di energia al mondo.18 Le soluzioni che aiutano i data center a ottimizzare i consumi energetici stanno contribuendo a migliorare l’efficienza energetica e, in ultima analisi, a sostenere la stabilità e la sostenibilità della rete. Riteniamo che le società che forniscono servizi di installazione e manutenzione saranno fondamentali per garantire l’affidabilità, l’efficienza e la sicurezza della rete elettrica man mano che la capacità crescerà. A nostro avviso, sarà necessario un volume maggiore di private credit orientato alla transizione climatica per scalare le soluzioni energetiche tra i Paesi e i casi d’uso. Il mutamento del panorama dei costi energetici, in particolare negli Stati Uniti, dove la dipendenza da materiali di provenienza estera per le energie rinnovabili è elevata, potrebbe rappresentare delle sfide.

Si prevede che la domanda di energia dei data center (IA + non IA) continuerà ad accelerareSi prevede che la domanda di energia dei data center (IA + non IA) continuerà ad accelerare

Fonte: Cisco, IEA, Masanet e altri (2020), Goldman Sachs Global Investment Research. Al 4 giugno 2025.

Il blackout della Spagna: un campanello d’allarme per gli investimenti nella rete?

Il 28 aprile la domanda di energia interna della Spagna è scesa bruscamente di circa il 60%. Una disconnessione improvvisa di 10 gigawatt (GW) di energia solare e 3 GW di energia nucleare in pochi secondi ha innescato un collasso della rete e un blackout. Questo evento evidenzia le sfide più ampie, la necessità di soluzioni e le potenziali opportunità di investimento legate all’integrazione delle energie rinnovabili, applicabili non solo per la Spagna.19

Domanda di energia in crescita
Domanda di energia in crescita

Dall’inizio dell’anno, la domanda di energia in Spagna è aumentata del 4%.20 Si tratta di un importante punto di svolta, dal momento che la domanda di energia era in calo dal 2008. L’aumento della domanda di energia è trainata da fattori come i data center (volatili e ad alta intensità energetica), l’elettrificazione dei trasporti e l’aumento dell’uso delle tecnologie digitali.

Reti obsolete
Reti obsolete

Molte reti elettriche esistenti sono obsolete e non hanno la capacità e la tecnologia per gestire la crescente penetrazione delle fonti di energia rinnovabile e l’aumento della domanda. Modernizzare la rete con nuove linee di trasmissione, tecnologie di rete intelligenti e sistemi di controllo avanzati è necessario per migliorare l’affidabilità e l’efficienza.

Necessità di stoccaggio di energia
Necessità di stoccaggio di energia

Per risolvere il problema dell’intermittenza delle energie rinnovabili, riteniamo che sia fondamentale investire in soluzioni di stoccaggio di energia come le batterie. Lo stoccaggio di energia può immagazzinare l’energia in eccesso generata durante i periodi di elevata produzione rinnovabile e rilasciarla quando la produzione è bassa, contribuendo a stabilizzare la rete e garantire un’alimentazione costante.

Sostenibilità: una maggiore attenzione ai rendimenti finanziari

Riteniamo che gli investimenti sostenibili stiano entrando in una nuova fase, in cui la performance sarà un fattore chiave per la crescita del mercato. La domanda chiave per gli investitori è come raggiungere questo obiettivo. Comprendere i driver delle performance passate è fondamentale per costruire approcci innovativi che integrino una tesi chiara, una costruzione attenta del portafoglio e una visione più articolata di come i diversi strumenti e le diverse asset class possono inserirsi in una soluzione di portafoglio olistica. Dal punto di vista dei mercati quotati, riteniamo che le soluzioni azionarie quantitative consentano agli investitori di mitigare attentamente orientamenti e pregiudizi involontari, utilizzare dati accuratamente selezionati per generare informazioni sugli investimenti e sfruttare la diversificazione delle fonti di alpha a breve termine per migliorare potenzialmente i rendimenti e mitigare la volatilità della performance nel breve periodo a breve termine man mano che si sviluppano i temi a lungo termine. In uno scenario generale di performance difficili, esiste un segmento molto ristretto ma identificabile di gestori azionari fondamentali specializzati negli investimenti sostenibili, con un comprovato track record di performance in tutti i cicli di mercato. Riteniamo inoltre che gli investitori debbano prestare maggiore attenzione alle soluzioni obbligazionarie come un modo efficiente per aumentare l’esposizione alla sostenibilità con un impatto limitato sulle caratteristiche finanziarie complessive del portafoglio.

Tre domande chiave

1. La diffusione delle energie rinnovabili proseguirà negli Stati Uniti, nonostante i fattori negativi legati alla politica?

Prevediamo che l’impiego delle energie rinnovabili continuerà ad espandersi, trainato dai vantaggi economici e dalla maggiore rapidità di implementazione. Questa transizione può accelerare in presenza di politiche pubbliche favorevoli, ma i prezzi delle energie rinnovabili sono competitive rispetto al gas naturale anche senza incentivi. L’aumento dei prezzi delle turbine a gas naturale e il portafoglio ordini che si estende fino al 2030 contrastano nettamente con i tempi di implementazione più brevi delle energie rinnovabili. Le stime indicano che le energie rinnovabili continueranno a crescere più rapidamente dell’energia a gas nel mercato elettrico statunitense. Riteniamo che questa competitività economica e la maggiore rapidità di diffusione continueranno ad alimentare la crescita delle energie rinnovabili, nonostante le potenziali sfide politiche.

2. In che modo il sostegno politico in Asia potrebbe offrire potenziali opportunità di investimento?

Prevediamo che il sostegno politico nell’area geografica Asia-Pacifico, in particolare la Politica di trasformazione verde (GX40) del Giappone, che ha stanziato 1.000 miliardi di dollari statunitensi (circa 150 miliardi di JPY), creerà solide opportunità nel campo degli investimenti sostenibili. Il Giappone punta a raggiungere entro il 2040 una quota del 50% di energia rinnovabile nel proprio mix energetico, un ulteriore 20% del quale sarà coperto dall’energia nucleare.21 Questo obiettivo è sostenuto da meccanismi di mercato come i titoli di stato GX Transition, lo schema di tassazione del carbonio (a partire dal 2028) e un sistema di scambio delle quote di emissione, oltre al Green Innovation Fund da 14 miliardi di dollari statunitensi (circa 2.000 miliardi di JPY) che stanzierà capitali alle start-up tecnologiche e all’innovazione in generale. Queste iniziative, insieme a un forte allineamento di governi, imprese e istituzioni finanziarie sul tema della sostenibilità, offrono significative opportunità di investimento nelle iniziative di decarbonizzazione dell’area geografica APAC.

3. In che modo gli istituti finanziari inizieranno a tenere conto del rischio fisico legato al clima e dell’adattamento climatico?

Gli istituti finanziari stanno progressivamente incorporando nelle proprie strategie l’analisi del rischio fisico legato al clima e delle misure di adattamento climatico, spinti dai risultati negativi e dalla percezione di un aumento dei rischi avvertiti in vari settori dell’economia. Le opportunità di finanziamento per l’adattamento climatico potrebbero raggiungere i 1.300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 e i green bond saranno il veicolo principale.22 Sebbene l’investimento nell’adattamento sia ancora nelle sue fasi iniziali, il crescente interesse degli investitori indica uno spostamento verso l’integrazione della resilienza climatica nel processo decisionale finanziario, che rispecchia potenzialmente la traiettoria di crescita vista negli interessi e negli investimenti incentrati sulla biodiversità.

Per ulteriori informazioni sul nostro Outlook sul secondo semestre 2025: un riposizionamento di metà anno, non una ritirata leggi le a nostra view d’investimento "Orizzonti azionari più ampi e generazione di reddito".

15 Pivotal Path, MSCI e Barclays. Al 31 dicembre 2024. “60-40”: 60% MSCI World NR USD + 40% Bloomberg Barclays Global Aggregate TR USD. I rendimenti degli hedge fund sono al netto delle commissioni del gestore.
16 PivotalPath. Dati fino a novembre 2024.
17 Preqin. Al 15 giugno 2025.
18 Goldman Sachs Global Investment Research. Al 4 giugno 2025.
19 Goldman Sachs Global Investment Research. Al 1º maggio 2025.
20 Goldman Sachs Global Investment Research. Al 1º maggio 2025.
21Reuters. Al 17 dicembre 2024.
22 European Centre for Development Policy Management. Al 15 gennaio 2025

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